venerdì 4 ottobre 2013

Ricominciamo!

Oggi scrivo questo post con un entusiasmo particolare.
Comincio dicendo che, per motivi sia di salute che di lavoro, non toccavo la Cube dal novembre 2012.
Disastro!
Da quando ho preso la bici (e da quando lei ha preso me) non è mai passato tanto tempo senza usarla.
Ero come entrato in uno stato di fermo sia mentale che fisico.
Fino a l'altro ieri, quando con Jonny abbiamo organizzato una pedalata di allenamento sulla collina torinese (quanto mi mancava la mia collina!)

Anche il mio compare di pedalata, da quel che so, non ha macinato molti km negli ultimi mesi.
Inizialmente avevamo pensato di andare a Piossasco, sul San Giorgio.
Poi, viste le previsioni meteo (pioggia leggera tutto il giorno), abbiamo deciso di andare in collina da noi, per rimanere vicino casa in caso di pioggia vera.
Fortunatamente la pioggia non è caduta durante il nostro giro, ma durante la notte.
In fretta e furia ho preparato una bozza di traccia da seguire: il sentiero 16 (che conosco bene ormai, avendolo percorso almeno una decina di volte) e una parte del sentiero 12, che invece non avevamo mai fatto in passato.
L'ho proposto a Jonny e lui ha accettato.
In fondo al post troverete la traccia gpx allegata, così chi vuole può scaricarla.
Ma non è questo il motivo vero di questo post.
Come ho anticipato sopra, prima di ieri non toccavo la mountain bike da troppo tempo e ora vi spiegherò il perché.
Tutto è iniziato nell'agosto 2012, per la precisione il 19 del mese.
Ero in Val Troncea, partito da Pattemouche mi sono diretto all'Alpe Mey.
Una decina di km percorsi in 1 ora e 40 minuti circa, pendenze medie, niente di particolarmente difficile.
Ho sudato molto quel giorno e avevo dimenticato a casa i sali minerali.
Arrivato in cima, dopo un paio di minuti, non mi sono sentito bene. Il tutto è durato circa 3 ore.
Forse sono addirittura svenuto per qualche minuto.
Per fortuna mia (e sfortuna loro) il tutto è successo vicino ad una tavolata di persone che, prima del mio arrivo, si stava godendo il pranzo. Ho chiesto aiuto e loro mi hanno assistito fino all'arrivo della guardia parco.
Ringrazio ancora tutte quelle persone che mi sono state vicine.
In seguito il medico ha ipotizzato un'ipopotassiemia, ovvero un calo importante di potassio nel sangue.
Sintomi: inizialmente capogiri e formicolio alle mani, successivamente irrigidimento di mani, braccia e gambe. Qualche leggero crampo allo stomaco.
Col senno di poi, credo che il formicolio alle mani sia stato causato dal panico. Panico che è andato ad aumentare sempre più quando ho sentito le mani e le gambe indurirsi come fossero di legno!
Molto probabilmente mi è capitata una cosa abbastanza comune, ma sta di fatto che mi sono spaventato a morte, non avendo mai avuto sintomi del genere.
Da quel giorno una paura latente mi ha sempre accompagnato durante i pochi giri che ho fatto prima dell'arrivo dell'inverno.
Durante la stagione fredda non ho più preso la bici! L'anno precedente ogni weekend mi facevo le mie 3/4 ore di allenamento in collina (pioggia e neve permettendo)!
Poi, con l'anno nuovo, il lavoro mi ha dato ancora meno possibilità di riprendermi, "regalandomi" solo tanto stress. 
La cosa che ho sofferto di più era l'aver paura di uscire in bici per il rischio di fare troppi sforzi, questo mi bloccava e in qualche modo cercavo di giustificarmi con me stesso per non andare a fare una pedalata.
Cosa posso dirvi? La mente a volte fa proprio brutti scherzi.
Fino a quando, l'altro ieri, ho deciso di darci un taglio e riprendere in mano la mia passione più grande.
Ho fatto appena 400 metri di dislivello, ma il modo in cui li ho affrontati mi hanno dimostrato che non sono ancora da buttare!
C'è da dire che durante l'anno ho continuato, ogni volta che potevo, ad andare a lavoro in bicicletta.
E questo ha fatto molto.
Tornare a casa e sentirmi bene ha giovato tanto alla mia autostima. Ero così contento della mia piccola grande prestazione sportiva che continuavo a sorridere ancora diverse ore dopo. E Ale l'ha notato :-)
Sono convinto che ognuno di noi DEVE avere una valvola di sfogo, qualunque essa sia.
Per me è la bici.
La mente si ripulisce e recupera lucidità.
Potrà sembrare retorica ma, salute permettendo, bisogna impegnarsi il più possibile nel vivere giornate di qualità.
Se si trova la chiave che apre la prima porta, tutte le altre si apriranno da sole.


 

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